giovedì 8 novembre 2007

notizie dalla st

e' risaputo che in questo periodo molta parte delle mie giornate la passo alla st. e' altrettanto risaputo che alla st mi occupo di cose strane, tipo il genus field, i frattali, e molte chiacchiere e caffe'. ieri la mia capa lilli, che e' altrettanto altrettanto risaputo essere piu' matta di me, mi ha dato un compito (oltre al solito che consiste nel sbaragliare il mondo e sconfiggere tutti gli arroganti). mi ha detto, bea, per favore, potresti descrivere con parole tue una macchina di leonardo da vinci? di quelle che trovi al museo della scienza e della tecnica? a me proprio sembrava il caso di dire -che storiaa- perche' il compito mi gasava molto, e cosi ho scelto ben due macchine, non una, e volevo parlarvene, perche' mi piacciono moltissimo.


MACCHINA 1. LA VITE AEREA


a volte quello che non si vede non è detto che non c'è.
l'aria ad esempio. non la vedi, ma gonfia le ruote della mia bici, sbatte le persiane dei palazzi nei giorni di vento. fa le bolle all'aranciata quando soffi nella cannuccia, in autunno solleva le foglie gialle dal marciapiede.
se guardi le cose al contrario, come leonardo, non e ti fermi a ciò che appare, ti accorgi che l'aria esiste, non si vede, ma è concreta. la puoi comprimere, e lei risponde, oppone resistenza. così l'aria è come il legno, il cartone, la plastica.
e se allora avviti una vite nell'aria cosa succede? nel legno quando la giri con il cacciavite, il materiale risponde facendo resistenza, e la vite penetra, penetra sempre più a fondo.
e nell'aria? facciamo che ci siano quattro uomini a farla girare come con un cacciavite, non penetra no, perchè stiamo guardando le cose al contrario, e questa volta è come se il legno fosse sopra di noi. cosa può succedere? magari si solleva...

MACCHINA 2. LA TRASFORMATRICE



fa caldo qui a casa, è il caldo delle guance, del riscaldamento sotto il pavimento. si sente il rumore della doccia, ognuno accompagna i pensieri nella stanza.
ci sono degli spartiti sul tavolo della cucina, siamo solo io e isaia che suoniamo la follia di falconiero.
le prime note sono un colore, verde, sembra una punta che inizia a scrivere su un foglio. poi piano piano piano un'altro colore prende a spiarlo da dietro, giallo, si fa più vicino, fa capolino, di qua, il primo non si accorge, di là, si intrufola, gli bacia il collo e i capelli, poi il tamburello saluta da lontano, è rosso!, intanto gli bacia anche la mano, e il clavicembalo blu li raggiunge, e insieme si involano, e immaginano la realtà, nitidi nitidi...
io li guardo, e vorrei che la musica non si fermi, che non si debba staccare la punta dal foglio. io vorrei il colore, non il silenzio. ma siamo soli in cucina, e a volte bisogna girare le pagine.
io li guardo, e vorrei una macchina strafica, una macchina facilissima e difficilissima insieme, una macchina di leonardo. la macchina funziona così, tu abbassi una leva e lei fa girare una ruota. poi tu lasci sollevare la leva nel vuoto, ma la macchina fa sì che la ruota non si accorga del silenzio, è bloccata. poi tu riabbassi, e la ruota riprende a girare. è facile, ma fa una cosa difficilissima: è come scrivere, e poter cambiare colore senza staccare la punta dal foglio. è una macchina che trasforma un moto con le pause, alternato, in un moto continuo. è bellissima, la musica non smette mai, e noi abbiamo il tempo di girare la pagine.

1 commento:

merio ha detto...

Hola studiosa del bellanese!
Ieri sera film a-rilassante e oggi 8 potenziali ore di lezione. Leonardo non ha inventato una macchina per raccogliere le persone con il cucchiaino?